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UTD Trimix 2

Recentemente ho partecipato come buddy di un caro amico ad un corso Trimix 2 organizzato dal collega trainer Simone Nicolini presso l’Argentario Divers di Porto Ercole. L’impegnativa ma entusiasmante esperienza mi ha dato modo di riflettere sulla qualità del nostro addestramento, senza il quale sarebbe impensabile superare le abilità personali e critiche che questo corso richiede.

Il corso Trimix 2, identificabile in altre agenzie didattiche come “trimix ipossico” anche se non paragonabile come tipologia di preparazione,  conclude il percorso formativo subacqueo in UTD eliminando di fatto qualsiasi ostacolo alle possibilità esplorative del circuito aperto. In questo corso tutte le abilità personali e di gruppo acquisite in passato vengono sistematicamente chiamate in causa. Anche se durante le immersioni di esperienza del corso, il subacqueo utilizzerà solo tre decompressive 35/25, Nitrox 50 ed ossigeno per una profondità massima di 75 metri, egli dovrà però esercitarsi nella gestione di diverse bombole decompressive e stage. Egli dovrà essere in grado di maneggiarle con cura, disporle con ordine sui cordini, scambiarle con il compagno, mantenendo l’orizzontalità e la posizione rispetto alla sagola o agli altri membri del team durante un’ascesa in libera. Le caratteristica principale dei corsi UTD e proprio quella di preparare il subacqueo alla gestione di difficoltà e criticità superiori a quelle richieste per le immersioni a cui il brevetto abilita. In questo tipo d’immersioni la filosofia del sistema UTD/DIR/hogarthian trova la massima giustificazione. Preparazione atletica, allenamento aerobico, stile di vita sano sono gli indispensabili corollari ad un continuo addestramento sul campo delle proprie abilità, il tutto finalizzato alla risoluzione di qualsiasi possibile imprevisto. Nei tre giorni di corso il subacqueo viene testato a 360 gradi, mettendo alla prova la sua resistenza fisica con la gestione di importanti volumi di gas ed dei relativi pesi, la sua capacità organizzativa in relazione alle difficoltà logistiche nonché la sua abilità nel calcolare e governare tempi di decompressione particolarmente importanti. Ogni minuto di fondo a queste profondità produce tre minuti di decompressione e, anche se la Ratio Deco offre al subacqueo uno strumento familiare di assoluta semplicità per la sua facile gestione mnemonica, ciò che viene messo alla prova ė il suo equilibrio psichico e la sua attenzione situazionale. L’addestramento progressivo tipico dell’insegnamento UTD permette ad ogni subacqueo di arrivare al corso successivo in modo coerente con l’addestramento e le abilità pregresse, in modo che egli possa provare solo confort e divertimento anche in immersioni di tale complessità. Alla luce di altre esperienze didattiche e formative vissute, la riflessione che questo corso mi suscita ė che cI sono diversi modi di raggiungere un risultato. Tutti infatti sostanzialmente possono arrivare a queste profondità, ma solo pochi, come avviene in UTD, possono farlo con la consapevolezza e la coerenza di un subacqueo pensante all’interno di un team efficiente. (team:  Paolo Govetto, Paolo Catalani, Flavio Turchet – Foto di Simone Nicolini)

 
Commenti

Prima o poi lo faccio anche io…Eh,eh

Bravi

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