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Sistema DIR/hogarthian: per la subacquea tecnica o ricreativa?

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Momenti di divertimento in Mar Rosso

Molto spesso chi approda alla configurazione DIR/hogarthian, lo fa con la prospettiva di iniziare un percorso tecnico e, altrettanto spesso, crede che basti configurare l’attrezzatura in quel determinato modo per cogliere tutti i benefici del sistema. La realtà è ben diversa! Il sistema DIR/hogarthian è appunto un “sistema d’immersione”, strutturato intorno ad abilità personali e di gruppo, procedure per la soluzione d’emergenze e guasti che trova in quella configurazione dell’attrezzatura, e solo in quella, uno strumento unico e performante. Si potrebbe dire senz’altro che: “l’attrezzatura è solo il mezzo, non il fine”. Così come è forviante e riduttivo prendere solo parte di un sistema senza penetrarne l’essenza, altrettanto banale è considerare che esso serva solo per svolgere una subacquea tecnica, complessa, pesante, distante, costosa, insomma qualcos’altro rispetto alla subacquea ricreativa. La verità, come ogni campo delle attività umane, è che ciò che viene sviluppato e perfezionato ai più alti livelli prima o poi ricade nella vita di tutti i giorni migliorandola.

Sono solito ripetere ai miei allievi che approdano ai corsi tecnici che i vantaggi della subacquea DIR/hogarthian si apprezzano in misura considerevolmente maggiore durante le immersioni ricreative. Dopo tanti sguardi increduli e dubitanti, proprio in questi giorni di meravigliose, divertenti e facili immersioni condotte sui reef di Sharm el Sheihk, gli stessi allievi mi hanno confermato questo quasi paradossale teorema.

Appropriarsi del sistema consente di renderlo duttile a tutti i livelli, poiché le abilità che servono per la subacquea più avanzata sono le stesse di cui necessita anche la subacquea ricreativa, senza alcuna distinzione. Il sistema DIR/hogarthian è un sistema d’immersione modulare; partendo da una base consolidata di abilità e procedure posso continuare a costruire il mio percorso di esperienze in assoluta coerenza, dalla ricreativa alla spedizione esplorativa, dal reef tropicale con muta umida al relitto profondo con bombole di fase, decompressive, scooter ecc.

Ecco perché i miei allievi hanno potuto apprezzare i vantaggi di questo sistema nella semplicità delle immersioni ricreative tropicali.

Il calcolo preciso della quantità di zavorra, la sua distribuzione, il trim corretto, l’attrezzatura performante ed ordinata, li hanno resi in acqua ancora più liberi, perché più leggeri, puliti, ordinati, reattivi, efficaci ma soprattutto sicuri ed in pieno confort.

Nell’esplorazione dei relitti, le propulsioni apprese durante i corsi li hanno fatti muovere con ponderata circospezione, consentendogli di scegliere la pinnggiata più adatta per ogni tipo di anfratto, senza la possibilità di sollevare sospensioni.

La propulsione all’indietro è stata indispensabile ai fotografi per effettuare lo scatto perfetto, avvicinandosi o allontanandosi dal soggetto senza usare le mani che hanno potuto trattenere saldamente la macchina fotografica.

A questo dobbiamo aggiungere l’applicazione di efficaci metodi decompressivi basati sulle microbolle, come la “minimum deco”, capace di liberarli da tabelle e computer, affidandogli un semplice strumento di calcolo mnemonico. Due, tre immersioni al giorno condotte senza bisogno di calcoli astrusi.

Il sistema DIR/hogarthian è semplicità, che si apprezza facendo le cose semplici
5 commenti tratti dal vecchio sito:

#1
Sergio
(giovedì, 05 agosto 2010 16:32)ora posso dire di condividere pienamente quello che hai detto ai tuoi allievi. immergersi alle Maldive, solo con il back plate, senza fastidiose cinture di zavorra, leggero come una piuma fantastico!!!!!! PS: il tuo libro sull’immersione in corrente è proprio fatto per le Maldive e mi è stato utilissimo complimenti
#2
Gabriele Zanchi
(giovedì, 19 agosto 2010 19:45)Ciao, finalmente grazie alle tanto sognate ferie ho trovato un pò di tempo per leggere gli articoli. Io sono un tek diver e feci i corsi con un istruttore che aveva molta simpatia per il sistema DIR. Durante tutti i corsi ho usato e uso tutt’ora una configurazione DIR ma leggendo gli articoli mi sono reso conto che non è la stessa cosa. Le cose che dici negli articoli non sono state spiegate nei corsi che ho fatto io. Mi sa che le basi di partenza sono completamente diverse. Tu parli sempre delle abilità di base dove si costruisce poi tutto quello che viene dopo nella preparazione. Ma a me invece mi è stata data una bombolo di EAN50 al fianco e una tabella di RUN TIME da seguire. Ora capisco che le cosa non sono prorpio così all’acqua di rose ma serve una preparazione sofisticata. E’ giusto che sia così quando la profondità aumenta e i rischi anche. Avrei tante domande da fare ma poiché a me ha colpito il discorso di abilità di base individuale e di gruppo, la prima cosa è: perché solo assetto, trim e propulsione sono abilità individuali mentre il lancio del pallone o anche il v-drill sono considerate abilità di gruppo. Non mi è chiaro.

Grazie
Gabri

#3
Massimo
(giovedì, 19 agosto 2010 22:17)

Ciao Gabriele,sono Massimo uno degli allievi di cui sopra hai sentito parlare. Mi permetto di rispondere io in attesa che Flavio di persona ti chiarisca tecnicamente la questione. Una tra le prime cose che ho imparato,nel momento in cui ho deciso di seguire i corsi DIR, e’ “la squadra”. Si ,hai capito bene,il subacqueo hogarthiano e’ un elemento pensante all’interno di una squadra e come tale deve vedere la sua attivita’….l’immersione deve essere pensata,programmata,eseguita nel rispetto totale dei tuoi colleghi d’immersione con cui tu la pianifichi. Ecco che a questo punto azioni quali lancio del pallone,v-drill etc. diventano abilita’ di gruppo perche’ vengono effettuate da un gruppo di subacquei che hanno insieme pianificato,eseguito e insieme concluso la loro attivita’. Di contro,l’eseguire una pratica del genere che si,deve essere divertimento ma nello stesso tempo deve assicurare a tutti i componenti della “spedizione” la massima “sicurezza e tranquillità “richiede comunque un’insieme di abilita’ individuali che permettano a tutti di agire in maniera autonoma ma collettiva. Ed allora ecco che l’addestramento che ne deriva ti aiuta a sviluppare queste qualità fondamentali per la tua tranquillità in acqua: trim,propulsione e assetto. Il subacqueo pensante che ne nasce e’ quindi un individuo che si addestra di continuo per sviluppare e mantenere valide le sue abilita’ personali che poi utilizzera’ in acqua insieme ai suoi colleghi per portare a termine in modo divertente,sicuro e felice ogni immersione sia essa in parete su un relitto ma anche perche’ no in pochi metri di profondità. .Sembrera’ strano ma questo modo di “vivere il mare” una volta provato ti entra nel sangue e non puoi piu’ abbandonarlo…tante ore di addestramento vengono ben presto ripagate e piu’ le immersioni si aggiungono al tuo notes piu’ acquisti sicurezza,tranquillità,felicita’ e lo stress pre immersione scompare. Buone bolle.
#4
Flavio Turchet
(venerdì, 20 agosto 2010 16:35)

Ciao Gabriele, voglio innanzitutto ringraziarti per avermi dato con il tuo commento alcuni spunti per un nuovo blog ma ringrazio anche Massimo, mio solerte allievo, per aver introdotto in parte la mia risposta. Per quanto riguarda i tuoi esordi nel mondo della subacquea tecnica preferisco non fare commenti. Anch’io comunque fui vittima a suo tempo di metodi molto sbrigativi, finalizzati al raggiungimento della profondità fine a se stessa. Il mio obiettivo è comunque un altro, quello di mantenere per questo sito un profilo costruttivo, mostrando semplicemente il nostro modo di andare sott’acqua e lasciando agli altri la valutazione delle differenze. Per quanto riguarda invece la tua domanda cercherò di spiegarti in poche parole il perché di questa classificazione.
UTD, acronimo di Unified Team Diving, accoglie già in se i punti cardine della filosofia di squadra propria del sistema DIR/hogarthian. Non dobbiamo dimenticare che questo sistema nacque in ambienti d’immersione difficili in cui la squadra era determinante non solo per il raggiungimento degli obiettivi di esplorazione ma, soprattutto, per la soluzione di problemi ed emergenze. L’abilità del singolo asservita a risorsa di squadra nella quale impera il criterio dell’intercambiabilità. Tutti devono essere in grado di fare tutto ed ogni membro deve essere consapevole di ciò che si fa e di come viene fatto. Non voglio addentrarmi troppo in un argomento così complesso, le cui sfumature possono essere colte solamente attraverso l’applicazione pratica ma rispondere subito alla tua domanda. Il lancio del pallone potrebbe essere annoverato tra le abilità personali solo se crediamo che ci sia una persona che lo estragga dalla tasca, lo gonfi e lo liberi verso la superficie, magari comodamente adagiato in ginocchio sul fondo per rendere tutto più semplice. Se invece pensiamo che l’evento debba essere rigorosamente pianificato, che il compito del lancio debba essere assegnato, che il momento del lancio debba essere opportunamente comunicato e condiviso con gli altri membri della squadra che a loro volta si dovranno impegnare a controllare il mantenimento della quota e l’unità del gruppo lungo la verticale, allora scopriamo che il lancio del pallone è un’abilità di gruppo. Allo stesso modo il V-Drill è un’abilità personale in cui la manualità, la capacità di comunicare e quella di associazione sono propedeutiche all’approccio di squadra nella soluzione condivisa di tutti i possibili guasti alle rubinetterie dei corsi avanzati.
Quando pensiamo alle nostre abilità dobbiamo considerarle sempre in una prospettiva più ampia, a condizioni d’immersioni più difficili in cui tutte le risorse disponibili devono essere messe in campo. Solo allora potremmo capire quanto sia importante il lavoro di squadra, l’uniformità della preparazione e la condivisione degli intenti
Un caro saluto
Flavio

#5
mario
(giovedì, 23 dicembre 2010 11:33)

ampiamente condivisibile,
ma nella foto fate il trenino hogartiano dell’amore?

 
Commenti

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