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La strumentazione: computer VS profondimetro

Semplice ed economico profondimetro-timer

Semplice ed economico profondimetro-timer

È pressoché inevitabile che un articolo (Scarica articolo)  che si occupi della strumentazione nel sistema DIR/hogarthian non si possa sottrarre alla domanda: computer o profondimetro/timer? Quanti subacquei si sono posti o si stanno ancora ponendo questa domanda, che dietro la sua apparente banalità nasconde invece delle importanti implicazioni medico-scientifiche, didattiche e filosofiche ?  Nell’articolo ho voluto toccare solo marginalmente le problematiche legate alla decompressione, poiché l’argomento richiede una trattazione specifica e minuziosa che non poteva trovare in questo contesto la sede più opportuna, ma ciò era necessario per introdurre almeno i concetti principali che stanno alla base della nostra scelta. Nel sistema DIR/hogarthian il computer non viene utilizzato. Per prima cosa perché non rispecchia le strategie di risalita utilizzate con il conseguente risultato che spesso si blocca e seconda cosa, perché tradisce un’impostazione filosofico-didattica che individua nel subacqueo l’unico vero centro di controllo per l’elaborazione dei dati dell’immersione. L’impopolarità di questa scelta è estremamente evidente nel subacqueo ricreativo comune, geneticamente avulso da qualunque tipo di calcolo matematico, come del resto è evidente il boicottaggio dei grossi gruppi industriali che identificano queste scelte minimaliste come una minaccia agli interessi di mercato. Il sistema DIR/hogarthian è olistico e quindi non può non coinvolgere le strategie di risaluta e la decompressione. È proprio in questa “consapevolezza situazionale” totalizzante che si fonda la qualità e la sicurezza dell’immersione.

 

17 commenti tratti dal vecchio sito:

#1
Erika
(martedì, 06 settembre 2011 17:07)

mi hai convinto ma io non sono mai stata forte con le tabelline. è davvero così semplice? mi incuriosisce e mi intriga questa cosa
#2
Paolo Govetto
(giovedì, 27 ottobre 2011 18:04)

Cara Erika, non ti preoccupare, non c’è nulla di oscuro ed inquietante nell’impiego delle procedure di risalita che prescindono dal computer. Al contrario il sistema è concepito per essere agevole, snello ed immediato, con il vantaggio di farti scoprire le ragioni per cui attui una determinata strategia. Il computer è l’oppio dei subacquei!
#3
federico caccia
(giovedì, 20 settembre 2012 13:51)

ho sentito più volte parlare della possibilità di immergersi senza il computer da parte di gruppi di conoscenti DIR. Personalmente mi piacerebbe riuscire a calcolare i miei tempi di deco solo con la mia testa ma lo trovo difficile già fuori dall’acqua. Immagino quanto più difficile debba essere farlo dentro l’acqua magari al freddo e al buio. Personalmente credo che i margini di errore si ampliano senza uno strumento elettronico ma potrei anche sbagliarmi. Mi interesserebbe capire la paratica spicciola dello strumento che usate che deve per forza essere più facile della teoria della Ratio Deceo di Georgitsis che ho da poco letto nel manuale Trimix della FIPS. Ho provato ad acquistare la lezione online di UTD sulla RD, mi sono piaciuti i presupposti, ma non mi ha dato gli strumenti pratici per applicarla. C’è qualche altro modo?
#4
Alex
(lunedì, 01 ottobre 2012 17:18)

L’unico modo per capire che la Ratio Deco è estremamente semplice e pratica è fare un corso in cui ti insegnano ad usarla privandola di inutili fronzoli e seghe mentali e poi fare delle immersioni applicandola in modo graduale.Il sistema DIR è un sistema pragmatico e la Ratio Deco è la strategia ideale da abbinare al sistema
#5
SPOLLY
(martedì, 12 febbraio 2013 14:06)

concordo con ciò che scrivi, un subacqueo deve saper ragionare con la propria testa, affidare tutto ad un computer oltre a spegnere la mente non conosce molte variabili…
complimenti Flavio come sempre impeccabile.
#6
Vanio
(martedì, 12 febbraio 2013 16:28)

Certo Flavio, nel contesto che crei perfetto per la ratio deco tutto funziona a meraviglia.
Cambiano un pochino i fatti se si comincia a parlare di miscele fuori standard, se ci si confronta con computer tecnici seri o se si parla con gente che adora la subacquea ma non ha centinaia di euro per fare immersioni in TM dai 30 mt in poi.
a 45 mt in aria è più facile leggere un computer o una tabella precedentemente compilata col Vplanner invece che far calcoli.
Personalmente trovo scomodo e “pericoloso” affidarsi alla testa della gente in contesti delicati come la decompressione.
Mi sono immerso + volte con subacquei che utilizzano la ratio deco e per non crear loro problemi indicibili nati dal seguire un computer ho seguito i loro parametri dati da quote e tempi ragionati e pensati:
Ebbene sì, il mio computer, seguendo la ratio deco per un’immersione di 50 minuti a 48 mt di prof massima, con 50% e 100% come miscele di deco… mi ha fatto fare BEN 2 minuti in più di immersione!
Ovvio che questo è successo perchè il mio computer che utilizza il bulman ha allungato i tempi visto che ho seguito le risalite con soste ogni 3 mt.
Non l’avessi fatto ed avessi seguito il mio computer credo saremmo usciti dall’acqua esattamente con gli stessi tempi, anzi, son convinto che io sarei uscito anche un pò prima, anche se cercare i 2 minuti in più o in meno in acqua in un’immersione tecnica lo trovo abbastanza assurdo.

Un computer subacqueo si può rompere tanto quanto un profondimetro digitale, o un ottimo orologio subacqueo e non so voi, ma io di profondimetri analogici attendibili ancora non ne ho visti.
Si deve oltretutto considerare il fatto che nelle immersioni ripetitive (nelle 24 ore) il computer tiene conto perfettamente dell’immersione precedente e modifica le deco anche in base a quello, si può essere molto + precisi sui tempi in base alle miscele, in posti come Sharm il nitrox 32% è molto variabile, le eventuali bomble di deco non sempre sono al 50% esatto… alcuni computer veramente seri ti consentono pure di impostare una miscela in acqua in caso tu per emergenza dovessi respirare da una eventuale stage di un non so chi che è in immersione nel tuo stesso Relitto o sito d’immersione che dir si voglia.
Pianificami questa serie di sfortune con la ratio deco per favore:

immersione di 60 minuti a 30 mt con nitrox 32
S 80 con 50%
S 40 con 100%

Sfori i 30 mt e arrivi a 32 mt di profondità, decidi di risalire dopo 50 minuti perchè non c’è nulla di interessante da vedere e non vale la pena star giù (assurdo perchè per noi malati di acqua, qlcs da vedere e fare c’è sempre).
Cominci la risalita, a 21 mt cambi e l’erogatore della S80 ti va in continua.

io ricalcolo tutto schiacciando 10 volte un pulsante (5 volte sul computer principale e 5 su quello di backup), in circa 20 secondi…
tu che fai????

#7
Vanio
(martedì, 12 febbraio 2013 16:33)

Sia chiaro, io son qui per un confronto, lungi da me il fatto di aver ragione o torto o creare attriti, credo che se non si fanno cazzate ci son diversi modi di andare in acqua e diversi modi per gestire attrezzature, configurazioni etc.
da un confronto nasce sempre qlcs di buono, da una lite nascono solo cose brutte!!! :D
#8
Fabio
(martedì, 12 febbraio 2013 17:53)

Ciao Vanio
Ti rispondo e credo sicuramente anche a nome di Flavio:
Il nostro sistema non prevede immersioni in Air oltre i 30 mt e nemmeno con miscele NON standard.
E’ un sistema rigido ma funzione ad ogni livello se lo applichi scrupolosamente .
Immersioni profonde devono essere gestite con team di persone che pensano e agiscano allo stesso modo e seguono un’unica strategia .
A presto
#9
Ricky
(martedì, 12 febbraio 2013 21:21)

Ratio deco ottima, minima deco poco efficiente per immersioni di oltre 30/40min… Da un po’ uso un DR5( computer multi mix open source) una bomba! Pianifico sempre la mia immersione utilizzando la ratio deco e la sfrutto come piano B!
Perfettamente d’accordo con Spolly!
Ciao a tutti !!!;-)))
#10
Paolo Govetto
(mercoledì, 13 febbraio 2013 00:02)

Ciao Vanio,
sul manuale Fipsas che parla delle immersioni in Trimix, la decompressione è stata definita una “scienza” o piuttosto un’arte, sulla quale siamo ben lontani dal conoscere la verità.
Sono assolutamente d’accordo con questo approccio che sottolinea quanto questo argomento sia scivoloso e, converrai con me, impedisce a chiunque di poter rivendicare un primato sull’impiego del miglior strumento decompressivo.
Ciò premesso, per farti capire cosa sia la Ratio Deco e più in generale il sistema UTD/DIR Hogarthian, voglio ricorrere ad un esempio. Un giurista, durante i suoi studi, non si avventura nello studio di tutte le norme che compongono l’ordinamento: l’operazione sarebbe pressoché impossibile e per certi versi inutile. Ciò che invece deve imparare, è un metodo, che gli consente da un lato di imparare dove trovare nella sconfinata selva di leggi e regolamenti quella che in astratto meglio si adatta al caso concreto , dall’altro, come interpretare dei precetti che per loro natura sono astratti e generali. Questo approccio è possibile, solo se si dispone di una visione unitaria dell’ordinamento piuttosto che di una conoscenza iperspecialistica.
Ebbene, il sistema UTD DIR/hogarthian, postulando che l’esposizione in acqua provoca un’alterazione dello stato fisiologico di una persona (Andrew ripete sempre: when you dive you get bent….), attraverso la Ratio Deco intende fornire uno strumento che minimizza i rischi di un’eventuale degenerazione in Malattia da Decompressione e massimizza i benefici della strategia, permettendo a chi si immerge di ritornare alla sua quotidianità nel pieno delle sue potenzialità.
I computer sono strumenti iperspecializzati, ma paradossalmente non tengono conto dell’imprevedibilità e dell’unicità del corpo umano le cui condizioni sono notoriamente diverse di giorno in giorno. Esiste un computer che sa se sei stanco oppure no, oppure se la tua psiche è pronta ad un certo tuffo?
Il sistema UTD DIR/hogarthian, preso atto del fallimento dell’approccio ingegneristico alla decompressione, muovendo dal rispetto di una serie di regole di base (trim, assetto, gas standard, minimum gas, progressione nell’addestramento, pianificazione, efficienza psicofisica) insegna un metodo per affrontare con piena efficienza ed in sicurezza ogni tuffo.
I computer, sono dei palliativi che tamponano le carenze di base. Permettimi, ma i quesiti che poni tradiscono l’assenza di un approccio in accordo con i nostri principi. Mi spiego.
Si rompe il profondimetro? Nessun problema, c’è almeno un altro strumento in possesso del team. Non cambia nulla.
“Non c’è l’elio per immersioni sotto i 30 mt….?” Quel giorno meglio non immergersi oltre quella quota.
“Il diving a Sharm non è capace di miscelare correttamente il Nitrox 32….?” Gli parlo della regola del 14% della pressione di carica con l’ossigeno. Continua a non accontentarmi? Meglio cambiare diving.
“Respirare dalla stage di non so chi….” non è un’opzione UTD/DIR. Il primo back up è il team, ed ogni membro della squadra dispone di una quantità di gas sufficiente a sostenere una condivisione fino alla superficie o al successivo gas switch.
“Sfori i 30 mt e arrivi a 32 mt di profondità, decidi di risalire dopo 50 minuti perchè non c’è nulla di interessante da vedere e non vale la pena star giù ….cominci la risalita, a 21 mt cambi e l’erogatore della S80 ti va in continua…..” La vicenda per quanto possa apparire complessa, in verità è molto semplice.

#11
Paolo Govetto
(mercoledì, 13 febbraio 2013 00:03)

Se un subacqueo sistematicamente supera la profondità prevista, difetta di un’abilità di base essenziale: l’attenzione situazionale. E’ bene che acquisisca esperienza a quote e per tempi inferiori. In queste condizioni, peraltro, il subacqueo inconsapevole, deve essere richiamato dal team.
Dopo 50 minuti a 30 mt., supponendo l’impiego di un 12+12, è ragionevole attendersi che il subacqueo debba lasciare il fondo, non già perché non c’è nulla da vedere, ma perché è prossimo alla riserva del minimum gas. Se ciò non avvenisse potrebbe trovarsi a respirare stage “di non si sa chi…” :o )
Un’esposizione come quella descritta (50 min; 30 mt), potrebbe essere gestita tranquillamente con una S40 ad ossigeno e non già con una sovrabbondante S80 caricata con EAN 50. L’erogatore va in continua? Ancora una volta esiste il team. La S40 a 6 mt è più che sufficiente per due subacquei che debbono gestire una deco di mezz’ora.
Come al solito, coltivare le abilità di base, conoscere il proprio corpo, curarne l’efficienza psico fisica, avere uno stile di vita corretto, essere disposti ad investire denaro per scegliere i gas giusti e l’addestramento corretto, senza dimenticare di selezionare le fonti. Sempre più spesso si sente parlare di Ratio Deco a sproposito. UTD è una fonte qualificata, anche perché il suo fondatore – Andrew Georgitsis – è stato colui che l’ha organicamente codificata e resa pubblica. Chi ti ha parlato di aprire la finestra dell’ossigeno a 21 mt, dopo un’esposizione a 30 mt. non pare correttamente orientato.
In conclusione, si manifesta un interessante paradosso per cui il sistema UTD/DIR hogarthian, è formalmente rigido per offrire degli strumenti di ineguagliata duttilità che comprendono la Ratio Deco e configurazioni come il sidemount e rebreather. Il filo conduttore di tutto ciò è la COERENZA.

#12
Vanio
(mercoledì, 13 febbraio 2013 09:14)

Bellissimo intervento Paolo,
Non ho conoscenze specifiche della ratio deco ma ho visto nelle immersioni fatte con chi usa il sistema DIR che il super allenato e palestrato ed anche chi era oltre i 110 kg di peso hanno utilizzato il medesimo profilo, mi parli di DUTTILITà e se un gas non è EAN 32, EAN 50 o EAN 100 l’immersione non si fa, sotto i 30 mt, perchè se si passano i 30 mt si apre il portafoglio all’Elio.
Può succedere che si entri in un relitto a 24 mt e l’uscita sia a 32, che facciamo???
Davanti a noi in grotta passa un animale di un altro gruppo ed alza tantissimo sedimento per cui i ns tempi di fondo si allungano e quindi va tutto ricalcolato, è un’ipotesi tanto remota.
Esiste il team con scorta d’aria anche per noi, giustissimo, ma finkè quello del mio team non finisce di respirare con l’EAN 50 o L’ean 100 io comunque uso la mia miscela di fondo e tutti i miei calcoli vanno a farsi benedire.

Ci sono migliaia di subacquei che ragionano e vanno in acqua con computer che utilizzano diversi metodi decompressivi e se seguiti non ti portano all’MDD in praticamente nessun caso.
Esiste il profondimetro di back up o del Team se il mio si rompe, non è la stessa cosa per un computer?
la restrittività dei parametri utilizzati sui computer è ben nota a chiunque abbia preso in mano anche solo una tabella PADI o di altra didattica.
Nessun computer ti lascia stare 56 minuti a 18 mt in aria. Se una didattica come la PADI scrive 56 minuti e fa una tabella valida per il tredicenne, per l’obeso, per il maratoneta, per il vecchio di 75 anni, per quello che fa 10 tuffi l’anno e per quello che invece fa 600 tuffi perchè è il suo lavoro, devo dedurre che i tempi massimi di permanenza sono ben più lunghi se si è in forma perfetta ed allenati, se si fa un’immersione ogni 24 ore invece che 3 o 4 al giorno come in una crociera subacquea.

Credo sarebbe più corretto parlare di Ratio Deco come di uno dei tanti metodi per calcolare la deco ma proporlo come IL metodo corretto credo sia ingiusto.
Duttilità significa sapersi adattare, la ratio deco si adatta solo a differenti tempi, il resto non lo contempla in alcun modo, anzi, mette una serie di “paletti” che in certi luoghi sono insormontabili!
Con la ratio deco ti scordi siti di immersione come Nosy be, come il sudan, Fare una crociera subacquea anche in un mondo di sub come può essere Sharm diventa impossibile perchè la perfezione sulle miscele col loro metodo di ricarica in barca, è praticamente utopia.
E’ un metodo che funziona certo, ma è un metodo che funziona solo con determinate condizioni prive di alcuna duttilità.
Cambia una condizione, si sta fuori dall’acqua e si saluta tutto il pubblico, nel caso del computer, si setta il parametro ed ecco che si può saltare in acqua.

Giustamente hai detto che il giurista studia il metodo per trovare ed usufruire di quello che gli serve, certo, questo è corretto se usa solo i libri.
Mettilo davanti ad un PC e vedrai che la ricerca la farà per parola chiave, il metodo comunque sarà più lungo e laborioso.
Io stesso per studiare preferisco avere un libro in mano ad un file PDF o un tablet, ma questo è il mio metodo, non IL METODO, e se mi danno un PC perchè il libro non c’è mi adatto al pc, non mi rifiuto di studiare.
:D

#13
MarcoDIR
(mercoledì, 13 febbraio 2013 09:17)

PAolo complimenti per la risposta, mi trovi assolutamente d’accordo. è sbagliato prorpio l’approccio quando si pensa che il computer sia una macchina talmente perfetta che se il subacqueo sbaglia basta schiacciare qualche pulsante e tutto s’aggiusta, come il pulsante di espuulsione dei caccia. Vi faccio un esempio: due weekend fa, due vecchie volpi del mio club fecero un’immersione su un relitto e, come sempre avviene, con PC differenti. Alla fine un computer dava oltre 15 minuti di deco mentre l’altro oltre 20. Cosa fare? Poichè MELIUS ABUNDARE QUAM DEFICERE decisero che fosse meglio seguire quello che dava più deco, peccato però che non avessero nemmeno il gas per fare quella più breve. Il problema è prorpio questo (ben delineato da Paolo) a cosa ti serve un preciso e “serio” pc per calcolare esattamente la deco se non hai coscienza della corretta pianificazione del gas cioè di una adeguata scorta che ti permetta di condividere e completare la deco che ti sei procurato con il tuo buddy in caso di incidente. Gente PLAN YOUR DIVE AND DIVE YOUR PLAN
#14
andrea
(mercoledì, 13 febbraio 2013 11:29)

Concordo con Paolo, e con Marco molte volte capita di vedere sub, che non sanno nemmeno quanto gas gli serve per eventuale emergenza,perdita gas deco, regole del 1/2, 1/3, all usable gas ecc….immersioni a 40m con dei 15l….
che dire? giustamente plan your dive and dive your plan!
#15
Raffaele
(mercoledì, 13 febbraio 2013 12:16)

Ciao Marco,

Mantenendo la discussione in toni costruttivi mi permetto di dire che hai dato delle risposte un po’ off-topic. Mischiare le capacità di un sub di pianificare un’immersione con la validità della Razio Deco Vs Computer è come parlare di capre e cavoli…

A prescindere dalla didattica di appartenenza io ritengo che: se un sub fa un tuffo senza avere un’idea precisa dei suoi consumi e della quantità di gas che gli serve (e non si attrezza di conseguenza)merita di “rimanere sul fondo”…

Detto questo e passando alla Razio Deco, come penso tu sappia, questa strategia decompressiva non nasce solamente dall’empirismo e dal genio di AG ma anche da un modello software… GUE utilizza tranquillamente il suo Deco Planner per una pianificazione generale dei loro tuffi (anche i più impegnativi).

Se rimaniamo in CA e all’interno di tuffi tecnici non troppo spinti (intendo fino al limite della Razio Deco 2:1 con deco inferiori o uguali a 60min e quindi 2 deco gas) e paragoniamo il profilo decompressivo Razio Deco a quello generato da un algoritmo di un computer serio di ultima generazione (opportunamente settato e ovviamente a parità di bottom e deco gas)potresti sorprenderti del fatto che per quanto riguarda la deco le differenze sono MINIME se non IRRILEVANTI(in alcuni casi la Razio Deco da un profilo addirittura più aggressivo). La differenza sostanziale la vedi semmai nei deep stop con il back gas, perché (come ben sai) se la Razio deco te li fa iniziare al 75% della profondità max i profili software te li fanno iniziare più in su. Niente di vieta però di farli lo stesso…l’algoritmo non farà altro che ricalcolare il tuo profilo…

Se un sub (anche qui a prescindere dalla didattica di appartenenza) non è consapevole del fatto che DEVE cambiare il suo profilo decompressivo nel caso in cui alcuni fattori esterni siano diversi da quelli pianificati (es. fatica, freddo, stato psico-fisico ecc) anche qua (dal mio punto di vista) merita di criccarsi… Se con la Razio Deco lo fai “on the fly” con il computer non fai altro che aumentare il grado di conservativismo (durante il tuffo) ottenendo lo stesso risultato.

Nessuno ti vieta poi di utilizzare i gas standard… è solo una tua scelta…

Riassumendo solo uno sciocco può affermare che la Razio Deco non sia uno strumento validissimo flessibile ed affidabile ma anche i computer moderni sono strumenti estremamente flessibili ed affidabili (neanche lontanamente paragonabili a quelli utilizzati nella subacquea ricreativa) sta al proprietario utilizzarli correttamente…

Se vogliamo invece trovare differenze sostanziali tra il mondo UTD/GUE e gli altri dobbiamo invece andare a guardare quelle che sono le varie procedure , li si che la differenza è tanta..ma stiamo entrando in un altro argomento…

Ciao a tutti!

#16
Roberto
(giovedì, 14 febbraio 2013 02:08)

Ciao a tutti intervengo solo per dire che la Gue non pianifica le immersioni usando la RD ma usa il deco planner magari con qualche tabella trascritta nel wet. Non trovo nemmeno corretto associare RD al sistema Dir, saper andare sottanqua non é soltanto saper calcolare la deco anzi forse ê il problema minore. Scusate per l’intervento.
#17
Paolo Govetto
(giovedì, 14 febbraio 2013 07:38)

Vanio, come giustamente hai osservato la Ratio Deco non può essere considerata il miglior strumento decompressivo, al pari di tabelle o computer. L’immersione è una pratica che è ineluttabilmente associata al rischio di contrarre la malattia da decompressione. Purtroppo, questa è l’unica certezza che ci accompagna. La domanda da porci è questa: che mezzi impiegare per evitare di esporci ad una situazione patologica?
E’ la percezione che ognuno di noi sviluppa in ordine ad un problema che ci suggerisce la convenienza e ci indirizza nelle scelte. Mi spiego. In via di prima approssimazione, affidarsi ad un computer che scandisce i tempi della risalita, si adatta all’imprevisto, tiene conto della diversa composizione delle miscele è senza dubbio rassicurante. In ogni caso, approfondendo la teoria della decompressione e progredendo con l’esperienza in acqua, ben presto si giunge alla ragionevole conclusione che questo approccio è insufficiente. La ragione più banale è contenuta nel libretto delle istruzioni di ogni computer o nella finestra introduttiva di ogni software: WARNING, anche se seguite le indicazioni non possiamo garantirvi di non incorrere in una MDD. Occorre poi osservare che gli imprevisti non sono didascalicamente contenibili.
E’ oltremodo riduttivo considerare la Ratio Deco di UTD come semplice strumento per calcolare l’ascesa. Al contrario deve essere considerata quale strumento per approcciare alla decompressione con consapevolezza. Effettuare una decompressione efficiente è un esercizio che inizia ben prima di staccare dal fondo, ma straordinariamente si coltiva nella quotidianità. Per questo, come già evidenziato, è importante l’efficienza psicofisica, l’idratazione……bla, bla, bla,
La componente psicologica è cruciale. Mi rendo conto che possa risultare angosciante pensare di dover abbandonare il computer: soprattutto per chi, per molti anni, si è abituato ad affidarsi completamente ad esso. Il percorso deve essere progressivo, al pari di quando si inizia ad andare in macchina. Si inizia con le immersioni più semplici, per poi inoltrarsi in esposizioni più aggressive, abituandosi a conoscere il proprio corpo, le proprie sensazioni ad assaporare il piacere di sapere cosa stai facendo, come lo stai facendo e perché lo stai facendo. Pensa a quando hai iniziato a guidare. Magari in principio, ad ogni cambio di marcia, dovevi dare una sbirciata alla leva fin tanto che, quell’azione temuta è divenuta naturalmente semplice ed oggi magari ti diverti con le doppiette!!! :o )
Ti assicuro che con la Ratio Deco è la stessa cosa. Pochi tuffi a determinate quote, scolpiscono nel subacqueo la memoria muscolare del suo profilo al pari di qualsiasi altra procedura. Provare per credere!
Non posso risponderti sulle diverse casistiche che affronti (Sudan, differenza 24-30mt…..etc) per ragioni di spazio, in ogni caso l’invito è quello di partecipare alla serata di giovedì 21 febbraio 2013 presso il CPS di Pordenone, nel corso della quale, Flavio, GRATUITAMENTE (non mi sembra poco), ci fornirà degli spunti di conoscenza e riflessione condivisa.
Per ultimo concordo con l’osservazione di Roberto. La Ratio Deco viene utilizzata come strumento decompressivo elettivo soltanto da UTD, evidentemente anche per ragioni di primogenitura.

 
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