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Configurazione hogarthiana e sistema DIR

Configurazione hogarthiana. Sempre uguale per Sidemount, Backmount e Rebreather

Configurazione hogarthiana. Sempre uguale per Sidemount, Backmount e Rebreather

La configurazione hogarthiana trova la sua genesi all’interno dei gruppi di esplorazione speleo subacquea del sistema carsico della Florida negli anni 80. Rappresenta il frutto di una lenta elaborazione, frutto a sua volta  di una sistematica operazione di comparazione tra le diverse attrezzature impiegate durante le lunghe e profonde penetrazioni nelle grotte. La risposta più importante a cui dare una risposta era: se fosse più utile puntare su una ridondanza di attrezzature e dispositivi di back oppure se la semplicità fosse più efficiente nella soluzione dei problemi. L’evidenza empirica dimostrò come la semplicità, l’ordine, la pulizia della configurazione fossero determinanti nei momenti di criticità per la soluzione di guasti, malfunzionamenti ed emergenze di ogni tipo. Bill Hogarth Maine, esponente del WKPP, perfezionò e determinò le linee guida che ispirarono la nascita della configurazione così come la conosciamo oggi e che porta ancora il suo nome. I principi di base erano quelli del “meno è meglio”, “se non ti serve non portarlo”, “se non c’è non si rompe”.  Essa è quindi una configurazione ispirata all’assoluto minimalismo, poiché  si riteneva e si ritiene che nelle situazioni d’emergenza la semplicità aiuti chi è già fortemente stressato a trovare una soluzione in minor tempo. Questa configurazione venne adottata all’interno dei team d’esplorazione del WKPP amplificando e portando alla massima esaltazione il concetto di “standardizzazione”. La convinzione era quella che fosse meglio una configurazione semplice ma condivisa nel team piuttosto che attrezzature ridondanti e personalizzate. La caratteristica che rende la configurazione hogarthiana più performante di qualsiasi altra non è relativa alle sue doti intrinseche ma proprio al fatto che essa è rigidamente standardizzata. Viene infatti definita configurazione “a specchio” poiché essendo identica per ogni membro del team, ognuno può facilmente controllare quella del compagno come davanti ad uno specchio e al tempo stesso identificare guasti o gestire comuni strumenti di backup. Molto spesso si identifica erroneamente la configurazione hogarthiana con il sistema DIR. Niente di più sbagliato. Molti utilizzano la configurazione hogarthiana credendo di utilizzare il meglio nel panorama dell’attrezzatura subacquea ma essa diventa efficiente e sicura solo all’interno dell’addestramento DIR.  Mi spiego meglio. Il termine DIR (Doing It Righi) fu utilizzato per la prima volta nel 1995 da George Irvine, leader del WKPP, in un famoso articolo sull’Aquanaut,  per focalizzare proprio sulla necessità di una corretta preparazione e di un addestramento condiviso nell’uso dell’attrezzatura.  L’esperienza maturata all’interno del team del Woodville Karst Plain Project, di cui Andrew Georgitsis e Jarrod Jablonsky rappresentavano gli esploratori di punta, fu travasata all’interno della prima agenzia didattica che seguiva questa nuova filosofia. Andrew Georgitsis ne divenne il direttore didattico e il formatore dei primi istruttori ma, soprattutto, divenne parte determinante nella costruzione di questo sistema educativo, fatto di abilità di base, abilità critiche, procedure di squadra, strategie di risalita che perpetuò e restaurò poi in Unified Team Diving.  Se la filosofia DIR costituisce quindi l’anima dei corsi UTD e può essere appresa solo al loro interno, la configurazione hogarthiana è facilmente disponibile e può costituire uno stimolo a migliorare la propria. Di seguito delineerò brevemente quali sono le sue più importanti caratteristiche da prendere in considerazione ma, al tempo stesso, consiglio chiunque voglia approfondire l’argomento di ISCRIVERSI ALLA NEWSLETTER per poter scaricare gli articoli che ho messo a disposizione nell’Area Riservata. Oltre a ciò, consiglio chiunque voglia partecipare ad un corso Essentials, costruito proprio per comprendere la filosofia DIR e utilizzare al meglio la configurazione hogarthiana, di non acquistare alcunché senza prima avermi consultato e di leggere la pagina Guida ai corsi.

                                                                                 Backplate e imbraco

bacplateIl backplate e imbraco costituiscono l’impalcatura di base su cui si struttura il sistema DIR/hogarthian. Sullo schienalino vengono montati sia il monobombola (immersiobackplate_backni ricreative) che il bibombola (immersioni tecniche) ma anche il sacco Z-plus Sidemount o le configurazioni Rebreather backmount. Su una struttura così semplice i minimalista, dotata di soli cinque D-Ring viene costrutita l’intera carriera di un subacqueo, dalle semplice immersioni ricreative nelle calde acque tropicali fino alle più ardite esplorazioni speleosubacque con molte bombole stage e decompressive.

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Il sacco (CA compensatore di assetto)

Il sacco, definito tecnicamente CA (Compensatore d’Assetto),  ha una forma assolutamente idrodinamica, senza elastici di contenimento, ed è costituito da una unica camera interna,  una valvola di scarico e un VIS (Valve Inflfator System) per il carico e lo scarico in posizione verticale. I volumi, contrariamente all’orientamento d’acquisto della maggior parte dei subacquei, sono molto contenuti, tanto che ciò che distingue un sacco ricreativo per monobombola da uno per bibombola non è la capacità del sacco quanto piuttosto la sua forma capace di avvolgere e sostenere le bombole nel modo più corretto. Il  corrugato deve essere piuttosto corto da non intralciare le tre manovre principali che devono essere svolte durante la discesa con la sola mano sinistra.

La configurazione degli erogatori

La disposizione dei primi stadi e dei secondi stadi, del manometro, la lunghezza e distribuzione delle varie fuste ad essi collegati rappresentano uno degli elementi caratterizzanti e distintivi della configurazione hogarthiana.

Le parti fondamentali dell’addestramento DIR, dalle abilità personali di base a quelle critiche di gruppo, sono strutturate sulla stabilità e l’ordine di questo sistema d’erogazione del gas. Back Mount, Side Mount e Rebreather mantengono inalterata la struttura della distribuzione del gas fortificando la coerenza dell’impianto didattico lungo tutta la carriera del subacqueo, accompagnandolo in qualsiasi tipo d’ambiente.. La donazione del gas ad un compagno in caso di esaurimento delle bombole diventa il vero tratto caratterizzante della configurazione hogarthiana degli erogatori ed il simbolo dell’unicità del sistema stesso rispetto ad altri stili d’immersione. Noi doniamo l’erogatore che abbiamo in bocca e che viene alimentato da una frusta di lunghezza variabile dai 150 ai 210 centimetri, che arrivando da dietro passa davanti al busto e arriva in bocca girando intorno al collo del subacqueo. In questo modo siamo certi che il subacqueo in difficoltà riceverà il gas da un erogatore sicuramente funzionante e la cui fruizione è agevolata dalla frusta lunga che consente grande libertà di movimento. L’erogatore di backup tenuto al collo con un elastico consente di passare con estrema facilità alla seconda fonte di gas in caso di OOA o malfunzionamento dell’erogatore primario. Il manometro, alimentato da una frusta di circa 57 centimetri di lunghezza , deve essere “svestito” , cioè privo di coperture di quegli involucri che impediscono l’individuazione di piccole perdite e la verifica dello stato delle fruste nelle connessioni. Allo stesso modo anche tutte le altre connessioni non devono avere alcuna protezione in gomma. Tutta la configurazione è all’insegna dell’ordine e della pulizia. Nessuna frusta deve sporgere ed avere la possibilità di impigliarsi o comunque di creare attrito con l’acqua. Per questa ragione la frusta dell’erogatore primario è dotata di un moschettone adeguatamente dimensionato per poter essere agganciata al D-Ring pettorale destro quando non viene utilizzata. Allo stesso modo anche il manometro è vincolato al D-Ring ventrale e viene staccato solo in occasione della lettura.