Sito dell'istruttore Flavio Turchet - ASD DIR/hogarthian Divers - Corsi subacquei UTD/DIR/hogarthian - Unified Team Diving - Corsi ricreativi, tecnici, Trimix, Scooter, Cave, Relitti - Sidemount & Backmount - Rebreather - Pordenone, Friuli-Venezia Giulia - Italy

Intervista a Andrew Georgitsis

Andrew - Madrid 2012
Andrew Georgitsis - After dive
Andrew Georgitsis - Conferenza
Andrew Georgitsis - Videoperatore

In questa mia intervista ad Andrew Georgitsis, fondatore e CEO di Unified Team Diving, egli racconta la nascita della configurazione hogarthiana e del sistema DIR, gli esordi nella GUE fino alla nascita di UTD ed ai progetti per il futuro nel campo dell’addestramento e dell’attrezzatura.

Quali sono le origini del sistema DIR/hogarthian?

Comprendere le radici di UTD ed il percorso, aiuta ad avere una visione chiara del futuro di UTD nel campo dell’addestramento, dell’avventura e dell’attrezzatura. Andiamo indietro nel tempo e diamo uno sguardo agli inizi degli anni 90’, quando dalla comunità speleo subacquea della Florida del nord stava emergendo uno stile nella configurazione dell’attrezzatura chiamato “Hogarthiano”. A quel tempo la comunità dei subacquei tecnici, di relitti e grotte era molto esigua ed anche molto divisa. C’erano molte opinioni su come configurare l’attrezzatura nel “modo giusto”, incluse aziende che costruivano attrezzatura che chiamavano “Dive Right” implicitamente intendendo che chiunque altro si stava immergendo nel modo sbagliato. Comunque nella Florida del nord, come del resto in tutta la costa est degli USA, c’erano molti subacquei tecnici e speleo subacquei configurati nei modi più svariati, fruste lunghe improvvisate, bibombola indipendenti, numerosi erogatori e molteplici manometri per diverse bombole attaccate ad entrambi i lati e così via. La configurazione hogarthiana, nome derivato da Bill “Hogarth” Main, comparve all’incirca nello stesso periodo in cui si sviluppavano i furum su internet a cominciò a diffondersi l’idea di una configurazione minimalista, pulita, semplice e perfettamente funzionante. Il sistema fu presto adottato da una squadra di speleo subacquei chiamata Woodenville Karst Plain Project (WKPP). Il Direttore del Progetto a quel tempo era George Irvine III, il quale iniziò ad usare in modo assiduo la configurazione ed i protocolli d’immersione specifici all’interno del suo team. La sua passione per l’esplorazione, la forte personalità e l’estrema dedizione al WKPP, lo spinsero a diventare molto rigido nel suo approccio all’adozione della configurazione hogarthiana e verso il “Team Unificato” durante le esplorazione condotte nel sistema di grotte di Wakulla Spring. Nel suo articolo pubblicato alla fine degli anni 90 in Aquanaut, una rivista di subacquea tecnica, egli coniò il termine DIR ovvero Doing It Right. In questo articolo egli porto avanti l’idea che, non solo fosse necessario utilizzare una configurazione coerente, modulare, idrodinamica e minimalista mutuata dalla configurazione hogarthiana, ma DIR fosse un approccio di team unificato per condurre l’immersione. Ciò includeva tutto, dall’attrezzatura coerente, fino ad una coerente scelta dei gas, delle strategie decompressive, delle abilità e così via. Era nato il DIR. L’obbiettivo di addentrarsi più in profondità nelle grotte diventò sempre più complesso e diventò più palese la necessità per il team di essere tutti in perfetta sintonia e di essere essi stessi una vera e propria risorsa di backup. Questo richiamò l’attenzione nazionale e poi quella internazionale. Il WKPP riuscì a dimostrare che attraverso l’utilizzo del sistema DIR si potevano fare esplorazioni che altri non erano in grado di fare.

Qual’é stato il tuo ruolo nella creazione del metodo didattico DIR/hogarthian e il tuo rapporto con la GUE?
images

Andrew Georgitsis insieme a Jarrod Jablonsky quando era direttore didattico della GUE

Nello stesso periodo, alcuni dei membri più influenti del WKPP, insieme ad alcuni subacquei di punta, Jarrod Jablonsky e io stesso, sviluppammo un sistema d’addestramento, sia per insegnare che per solidificare l’approccio “DIR”. Questa metodologia d’insegnamento doveva consistere di una configurazione dell’attrezzatura (modellata sullo stile hogarthiano), un insieme di abilità subacquee fondamentali – mutuato dalla speleo subacquea, “procedure e protocolli” -presi dalla metodologia del WKPP. Così alla fine questo divenne quello che noi oggi conosciamo come l’approccio “DIR”.

Per 10 anni, io fui il Training Director di questa organizzazione, sviluppando gli standard e le procedure, protocolli di addestramento e formando i primi istruttori. Nel 2006 lasciai questo incarico per sviluppare e inseguire la visione che avevo della squadra unificata, Unified Team. Sebbene il sistema DIR abbia conosciuto molti adepti eccellenti, capaci di costruire delle solide basi su cui molti hanno costruito le loro abilità subacquee, l’estrema rigidità e l’incapacità di andare oltre il circuito aperto, bibombola e decompressive, divennero un suo limite. Per questa ragione nacque Unified Team Diving (UTD).

 

Molti ti considerano come il padre della Ratio Deco. Il tuo metodo ed il tuo nome sono stati spesso citati ed utilizzati da altre agenzie didattiche. Quando iniziasti ad usare questo strumento decompressivo?

 Ratio Deco è una semplice strategia “on the fly” per applicare un insieme di regole finalizzate a sviluppare una “strategia decompressiva”che minimizzi i rischi e massimizzi i benefici dell’immersione. Io iniziai ad usare le regole e la strategia fin dall’inizio della mia carriera d’immersioni tecniche, diciamo intorno i primi anni novanta. Col passare degli anni, sviluppai e testai le mie regole e le misi per iscritto agli esordi di GUE. Molto presto le applicai per includere ogni aspetto dell’immersione, dell’ambiente e anche dell’attrezzatura (circuito aperto, semi chiuso e totalmente chiuso).

La strategia Ratio Deco mi aiutò ad affrontare la decompressione come una squadra, con un approccio ed una strategia coerente. Cosa ancora più importante però, è che la Ratio Deco permetta a me e ai miei compagni di squadra di capire i rischi rispetto a i benefici e come sia meglio affrontare la decompressione specialmente nel caso qualcosa non vada secondo i piani. La strategia Ratio Deco deriva da una combinazione delle migliori teorie sulla decompressione (passate e future), di profili software esistenti, di tendenze ideologiche passate e presenti ed, infine, di profili legati alla mia esperienza personale; il tutto messo assieme per formare una strategia o metodologia “on the fly” facile da usare.

Più tardi la mia strategia divenne applicabile e coerente con qualsiasi ambiente, a qualsiasi livello di immersione, con qualsiasi sistema utilizzato (aperto o chiuso). Cosa ancora più importante, essa era semplice da usare da parte di tutta la squadra, specialmente durante un’immersione nel caso fossero avvenuti cambiamenti della profondità o del tempo di fondo programmato. In caso di imprevisti insomma la deco poteva essere facilmente e velocemente aggiustata.

 

Considerando il vasto panorama di agenzie di didattica subacquea , come si pone UTD?

UTD è un’agenzia didattica progressiva con le radici in DIR. Avendo questo come obiettivo finale, continuiamo ad insegnare un programma a circuito aperto molto coerente al sistema DIR, dal livello più basso dei brevetti ricreativi fino a quelli più avanzati, tech, trimix, grotte e relitti.

I nostri studenti di primo livello imparano le stesse procedure di squadra e di emergenza, le stesse programmazioni di gas e procedure di risalita degli studenti Trimix, e questo significa quindi che c’è una coerenza di fondo a tutti i livelli di addestramento nell’agenzia. Non è necessario che gli studenti rimpiazzino l’attrezzatura o imparino nuovi protocolli. Ogni corso è costruito su quello precedente aggiungendo sempre nuove abilità ed esperienze man mano che gli studenti avanzano a praticare immersioni più profonde e complesse, come per esempio immersioni in grotta od ambienti chiusi o relitti.

0603dir2

Andrew insegna il Backwards Kick in uno dei primi corsi DIR svoltisi in Europa

UTD per prima integrò dentro l’approccio UTD-DIR altre discipline che in passato erano considerate taboo,; queste includono la Serie MX, Rebreather mCCR, un rebreather manuale con circuito completamente chiuso. Tutti i modelli e le discipline collegate sono derivati dall’uso PSCR Rebreathers da parte mia e altri membri WKPP durante le esplorazioni fatte a cavallo tra gli anni novanta ed i primi anni del 2000. Questa esperienza divenne in seguito motivo d’insegnamento e di divulgazione.. Questa è una configurazione compatibile per un rebreather, in grado di consentire a una squadra mista di subacquei OC e CCR di funzionare come un’unica squadra unita – pianificazione del gas, strategia di risalita e procedure di emergenza sono tutti simili. Molte persone si chiedono perché UTD si interessi di protocolli di squadre miste – detto in modo semplice, dovrebbe essere la prima pietra di qualsiasi configurazione o modello di rebeather. In altre parole quando uno ha un’emergenza usando un rebreather, il bailout è un circuito aperto e quindi la squadra diventa mista. Conoscere, praticare e assicurarsi che la squadra capisca i protocolli e le procedure appropriate di una squadra mista è essenziale specialmente proprio in caso di emergenza.

L’integrazione del Rebreather MX e della configurazione UTD/DIR a circuito aperto deve essere completa, dalla configurazione dell’attrezzatura alla gestione del gas, dalle procedure deco all’insieme delle abilità. Quindi se va bene per un’emergenza va sicuramente bene per poter divertirsi assieme in un’immersione.

 

982205808

Andrew nei dry runs con lo Z-Side Mount System

Una seconda disciplina in cui UTD era stata pioniere fu quella di integrare il sidemount con i principi ed i protocolli UTD. Con l’enorme diffusione dello stile d’immersione sidemount, molti subacquei vogliano approfittare dei benefici di questo modo di immergersi, non solo per le immersioni avanzate in grotta ma anche immersioni ricreative, tecniche, in relitti oppure per quelle ricreative in grotta. Le immersioni side-mount ponevano in passato molte barriere e discussioni e UTD ha speso molto tempo e grandi sforzi per sviluppare un sistema che si integrasse perfettamente con il sistema back-mount tradizionale di UTD/DIR. Lo chiamiamo Z- System. Il sidemount tradizionalmente non era considerato DIR, ma lo Z-Sustem lo rende compatibile con UTD/Dir e anche con rebreathers MX .

In altre parole ognuna di queste discipline si integra con le altre. DIR compatibili.

 

Addestramento, Comunità ed attrezzatura, quali sono i progetti futuri di UTD in questi tre settori?

 UTD continuerà ad addestrare in modo coerente focalizzando sulla squadra. Stiamo espandendo l’insegnamento del sidemount per integrarlo negli ambienti chiusi ed in acque libere, fornendo una vasta gamma di corsi per tutti i livelli. Lo stesso vale per l’addestramento col rebreather. Nello stesso tempo continueremo ad rimanere fedeli alle nostre vere radici e offriremo una vasta gamma di corsi di back mount a circuito aperto.

La nostra comunità è la nostra più grande risorsa. Stiamo offrendo ai subacquei un posto dove addestrarsi ed immergersi con persone che lo pensano allo stesso modo. Così Avventure UTD – viaggi in giro per il mondo condotti da istruttori- si sta espandendo per includere immersioni regolarmente pianificate ovunque ci sia un istruttore UTD o Divemaster UTD. Stiamo facendo la settimana di immersioni in grotta tre volte all’anno, due volte in Messico e una in Francia. La settimana dei relitti è la prima settimana di ottobre di ogni anno in Mar Rosso e ci stiamo allargando in altre immersioni a progetto o scientifiche che sono alla portate di qualsiasi subacqueo.

L’attrezzatura UTD si focalizza su cinque progetti di serie firmate – z-system Side Mount., Serie MX rebreathers, Sacchi di Serie Delta ed Alpha, illuminazione Vision e riscaldamento solare delle mute stagne. Il nostro obiettivo è di rimanere focalizzati su queste cinque aree.

 

5 commenti tratti dal vecchio sito:

#1
Paolo Govetto
(lunedì, 27 giugno 2011 22:45)

Caro Flavio questa intervista è davvero una bella occasione per comprendere le origini del sistema, da una delle più autorevoli fonti, ma soprattutto per conoscere le incredibili prospettive ed obiettivi futuri. Andrew pare avere le idee estremamente chiare, ma soprattutto, pare che il suo approccio sia finalizzato a sdoganare il presunto elitarismo dei subacquei dir, bensì proponendo il mondo hogathiano come la via più desiderabile per chi vuole vivere al meglio le proprie avventure subacquee.
#2
fabio piccin
(giovedì, 30 giugno 2011 13:16)

Caro Flavio,
con questa intervista che tu pubblichi, dai modo a chi ti legge e ti segue ( sempre più numeroso ) di capire e apprendere appieno ( oltre alle radici di questo F A N T A S T I C O “ sistema “ d’immersione ) il perchè di tanto duro lavoro. Chiunque di coloro che ogni volta incontri e con “ sbirciatine “ e gomitate ai loro amici sussurra : “ Sti Dir “…. dovrebbe leggerlo così da capire che NON siamo dei Fanatici ( oddio, a conoscerti ;D ) che non pensano ad altro per farsi belli a chissà chi, ma appassionati di questo meraviglioso sport che desidera solamente praticare nel modo e metodo più sicuro, easy, coerente e quindi divertente e che, a chi lo desidera; trasmettere tutto ciò….
Complimenti per la didizione che continui a perseguire affinchè chiunque ne possa sempre di più beneficiare ….
Ciao
#3
mariapia durante
(giovedì, 30 giugno 2011 14:11)

Ho apprezzato particolarmente l’apertura verso la configurazione sidemount, che mi intriga molto, ma verso cui si leggono nei forum molte riserve…
ciao e grazie
#4
Flavio Turchet
(giovedì, 30 giugno 2011 16:42)

Ciao Mariapia, il sistema d’immersione sidemount nacque all’interno della comunità speleo subacquea con la precisa esigenza di permettere la penetrazione negli anfratti più angusti, dove l’ingombro del backmount avrebbe costituito un impedimento. Le facilitazioni ergonomiche e logistiche che questo stile d’immersione concede a chi lo utilizza, lo fecero ben presto apprezzare anche in altri ambienti sommersi o dove l’accesso all’acqua fosse particolarmente difficile. La ridondanza in termini di sicurezza, di chi praticava il sidemonut nelle esplorazioni in grotta con due bombole al fianco e doppi erogatori, andò man mano riducendosi nell’approccio “super fun&easy” del monkydiving in acque libere. Sebbene sia innegabile che questa estremizzazione del sidemonut sia in grado di regalare uno straorinario divertimento, soprattutto con uno scooter e un lungo reef da esplorare, dispensa d’atra parte un’inebriante confidenza capace di nascondere dei potenziali rischi. Lo Z-diving è la versione UTD-DIR del sidemount e vorrebbe inserirsi proprio in questo contesto restituendo a questo stile d’immersione una nuova ridondanza in termini di sicurezza. In sostanza non è il sidemount DIR, come molti affermano poiché il sistema sidemount non faceva parte dell’approccio DIR. Lo Z-diving è invece un sistema d’immersione “compatibile” con il sistema DIR e la configurazione hogarthiana. Ciò che sta alla base del sistema DIR/hogarthian è infatti la “coerenza” e per UTD ciò significa che tutte le attrezzature dal semplice backmount in S80, passando per il sidemount fino al rebreather devono possedere gli stessi meccanismi di utilizzo e le stesse procedure per gestire e condividere con il team la soluzione delle emergenze. L’allievo di un corso REC 1 viene istruito infatti all’utilizzo di una configurazione che non cambia mai. Potrà cambiare il modo in cui si dispongo le bombole o i gas utilizzati ma non il modo in cui il subacqueo interagisce con il team d’immersione. Molti detrattori dello Z-diving non hanno una formazione DIR/hogarthian quindi, spesso affascinati dalla semplicità del sidemount tradizionale o del monkey diving (anche a me piace molto in acqua bassa), non comprendono l’esigenza di tutto quel sistema per la distribuzione del gas. Lo Z-diving nasce quindi con l’intento non di migliorare o istituire un confronto con il sidemonut esistente ma di assimilare quest’ultimo all’interno dell’approccio DIR/hogarthian per ritrovare la “coerenza” e la condivisione all’interno del team. Spero di avere fatto chiarezza. Comunque verso la fine di luglio metterò a vostra disposizione un video blog un cui illustrerò il tutto in modo compiuto.
Un saluto

#5
fabio piccin
(giovedì, 30 giugno 2011 18:06)

sempre se mi paghi bene e fai il bravo ;D

 
Commenti

Ancora nessun commento.

Lascia una risposta

Devi essere loggato per poter lasciare un commento.